Questo romanzo breve o, forse, sarebbe meglio definirlo un racconto lungo, è nato dalla mia esigenza, maturata più o meno all’improvviso, di dare un respiro più ampio e una maggiore importanza alle vicende di Greta e di Michele, da me trattate, singolarmente, in “Quello che non ho” e ne “Le avventure di un self-publisher: le gioie e i dolori di un aspirante scrittore”, e poi, insieme, in “Sedotti e distanti” e in “Quasi amanti”. Greta è una giovane donna affetta da disturbo bipolare, che non esce mai di casa, perché ha paura del mondo e delle relazioni, e si guadagna da vivere come webcam girl. Michele è un giovane uomo che avrebbe desiderato diventare uno scrittore di professione, ma si guadagna da vivere facendo il ragioniere presso una casa editrice. La vita, una sera, li unisce, grazie al miracolo della tecnologia. I nostri due giovani protagonisti instaurano, così, un rapporto epistolare, sostenuto, appunto, dalla tecnologia, e, nel loro intenso carteggio, esprimono, in piena libertà, i loro sentimenti e i loro turbamenti, facendo evincere al lettore, ad un certo punto, il fatto - significativo - di amarsi senza essersi, effettivamente, mai incontrati, di essere, cioè, Sedotti e Distanti, sempre connessi, l’una all’altro, ma sempre lontani, sedotti, ovvero, condotti l’una all’altro - secondo quella che è l’etimologia del termine sedurre, dal latino seducere, condurre a sè - ma di fatto ancora fisicamente lontani, anzi, lontanissimi. Da autrice, pervasa da una grande affezione ad entrambe le mie creature, sento sempre più viva, dentro di me, la necessità di proseguire nella narrazione degli eventi, in modo che gli eventi stessi ma, ancora di più, la forza di volontà, portino i nostri Greta e Michele a trovarsi sempre più vicini, nonostante i dubbi, le paure e le differenze che inevitabilmente esistono tra esseri umani. ILARIA GRASSO